TESTO CHE APRE L'ESPOSIZIONE *SYSTEMIK* DI MORLITA E JADEYU A PLUSIA
*ITA/EN*
*****ITA*****
* TESTO DI PRESENTAZIONE DELL'ESPOSIZIONE DI * JADEYU FHANG & MORLITA * : * SystemiK *
▦INTRO:
Cerchiamo in questa Esposizione di fornire un aspetto di ciò che supponiamo siano i "sistemi" in cui nasciamo, cresciamo e moriamo.
Ma qui intendiamo anche dare un'occhiata all'inizio di una vita che sembra vuota e seguita da una crudele prigione sociale e che infine ... termina prendendo il vento come un granello di sabbia.
Si trova nello spazio del tempo in cui si naviga nell'illusione della vita.
"Tempo" ... ma il tempo è un'illusione e tutto questo ci conduce inesorabilmente alla "catena".
▤ TOUR: LE ➂ CUPOLE
Si Raccomanda di attivare i suoni della Sim Plusia e spegnere la musica per vivere al meglio la vostra esperienza. La visita è guidata da teletrasporti numerati.
-Teleporter Numero uno "L'Entrata": Creazione avvolta da suoni pacifici e neutri come rievocazione del nostro inizio.
-Teleporter Numero due "La Foresta": Creazione guidata da tre sculture centrali ed avvolta da suoni industriali. Qui diveniamo consapevoli delle nostre prime catene. Sentitevi liberi di muovervi prendendo le scale fino alla fine o gli ascensori.
-Teleporter Numero tre "Il Deserto": La conclusione finale dove il clima dirompente gioca con l'innocenza e la morte. (Ricordate se volete di prendere i vostri omaggi free).
Noi speriamo davvero che vi piaccia questo viaggio. Grazie mille per la vostra visita...
*JADEYU & MORLITA*
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*LE MIE IMPRESSIONI:*
Il sistema e le sue catene ci attendono ancor prima di nascere e crescendo, ovunque andiamo, qualsiasi cosa noi facciamo, in qualunque modo interagiamo con il mondo, dobbiamo fare i conti con regole, obblighi, compromessi, calcoli, numeri che la società ci impone e che ci costringe ad accettare, anche quando pensiamo di essere assolutamente sregolati, o liberi, o leggeri, o distanti da qualsiasi genere di coercizione.
“L’unico modo per sfuggire alla condizione di prigioniero è capire com’è fatta la prigione”.
(Italo Calvino)
Siamo appesi ad un filo? No... peggio.... ad un gancio freddo e nero da cui si dipartono grandi catene dello stesso tetro colore che senza tregua, senza alcuna remora, senza alcuna compassione si ramificano, avvolgono e serrano strettamente.
Le gabbie, le catene e gli ingranaggi sono innumerevoli in quest'era post industriale e attanagliano, soffocano la nostra esistenza anche se (come vedete dalle texture di ogni figura umana che appare costantemente in movimento) tentiamo con tutte le nostre forze di mantenere la nostra linfa vitale, i nostri desideri, il nostro istinto, i sentimenti e le sensazioni.
Ma il Sistema è sempre in agguato anche quando crediamo di averlo scansato e non ci consente di parlare come vorremmo. Di ascoltare come vorremmo. Di guardare come vorremmo. Fate attenzione. Gli ingranaggi e le catene, nel loro costante funzionamento, avvolgono e stringono tutto il corpo ed i suoi principali organi vitali, perfino la voce, per non dare all'umanità nemmeno l'opportunità di comunicare. Le estremità sono ancorate al terreno e non consentono alcun passo ed alcuna autonomia.
Il deserto delle libere sensazioni?! E' preferibile non parlare, non vedere nulla e non ascoltare nulla? E' preferibile accettare il Sistema e fingere d'essere realmente liberi ed indipendenti? Esiste la possibilità di riscattarci?
Certamente la morte rappresenta l'annullamento delle catene e consente all'innocenza ingabbiata di poter involarsi all'esterno, nel mondo libero ma non più reale... quindi per molti Irreale... o per molti ancora .... Onirico.... o Utopistico.... o per alcuni Ultraterreno... nella speranza che si possa costruire un tempo ed un luogo terreni dove l'uomo sia veramente libero dagli ingranaggi soffocanti del sistema che lo stritolano al punto da non avere più alcuna autonomia e libero arbitrio.
Solo la morte può riscattare la purezza dell'innocenza e la libertà delle nostre sensazioni? In quest'era di forte corruzione ambientale e sociale, di sistemi economici e politici che ci costringono a ruolo di *gregge* mansueto e silente senza alcuna autonomia e potere decisionale.. sicuramente sì.
“È difficile liberare i folli dalle catene che essi stessi venerano.”
(Voltaire)
* MAREA2007 PRAGA *
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*****EN*****
TEXT OF PRESENTATION ABOUT THE OPENING OF * JADEYU FHANG & MORLITA * : * SystemiK *
▦INTRO:
We try in this exhibition to provide an aspect about what we assume are "the systems" in which we are born, grow and die.
But we also intend here to have a look at the beginning of a life which it seem empty and followed by a cruel social prison to finally... ends taking the wind as a grain of sand.
It is in the space of time where we sail into the illusion of life.
"Time"... but the time is an illusion and all this guide us inexorably to the "chain".
▤ TOUR: The ➂ Domes
We recommend to turn on the sounds of the Plusia Sim and off the music to do better your experience in there. The tour is guided by numbered teleporters.
-Teleporter number one "The Enter" : Work wrapped into peaceful and neutral sounds as a reminder of our beginning.
-Teleporter number two "The Forest" : Work guided by three central sculptures and wrapped into industrial sounds. We are aware here about our first chains. Feel free to move around taking the stairs to the end or the elevators.
-Teleporter number three "The Desert" : The final conclusion where the wild weather plays with the with the innocence and death. (Remember if you wish to take your free gifts).
We really hope you enjoy the travel . Thank you so much for your visit...
*JADEYU & MORLITA*
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*MY IMPRESSIONS:*
The system and its chains await us even before birth and growing up, wherever we go, whatever we do, in whatever way we interact with the world, we have to deal with rules, obligations, compromises, calculations, numbers that society imposes on us and that forces us to accept, even when we think we are absolutely unruly, or free, or light, or away from any kind of coercion.
"The only way to escape the condition of the prisoner is to understand how it is made the prison." (Italo Calvino)
We are hanging by a thread? No ... worse .... by a hook, cold and black and from which branch large chains of the same gloomy color that relentlessly, without any hesitation, without any compassion, wrap tightly and tighten.
Cages, chains and gears are countless in this post industrial age and afflict, stifle our existence even if (as you can see from the textures of each human figure that appears constantly on the move) we try with all our strength to maintain our lifeblood, our desires, our instincts, feelings and sensations.
But the system is still there even when we think we have dodged it and it does not allow us to speak as we would like. To listen as we would like. To look as we would like. Be careful. The gears and chains, in their constant operation, wrap and tighten the entire body and its main vital organs, even the voice, not to give humanity the opportunity to communicate. The ends are anchored to the ground and they do not allow any step and no autonomy.
The desert of the free feelings ?! It's better to say nothing, to see nothing and to hear nothing? It's better to accept the system and simulate to be truly free and independent? There is the chance to redeem ourselves?
Certainly death is the cancellation of the chains and allows caged innocence to be able to fly away outside in the free world but not more real ... so for many Unreal ... or for many other Dreamlike.... .. .. or Utopian .... or for some Otherworldly ... in the hope that we can build a time and a place, worldly, where man is truly free from the suffocating gears of the system that crush him to the point of not having any autonomy and free will.
Only death can redeem the purity of innocence and freedom of our sensations? In this age of strong corruption, environmental and social, of economic and political systems that force us to the role of meek and silent *herd* without any autonomy and decision-making power .. decidedly yes.
It is difficult to free fools from the chains they revere.
(Voltaire)
* MAREA2007 PRAGA *
